lunedì 17 dicembre 2012

Signor X

Gentile Signor X,
Non sapevo in quale altro modo propinarle questa sfilza di parole che renderanno il mio sproloquio alquanto irritante, o semplicemente noioso.
La qui presente Miss X necessita di spazio bianco dove ticchettare con eleganza e decisione dell'inchiostro immaginario che forse sarebbe meglio avesse tintura rosso sangue.
Da dove cominciare? Non credo si tratti di lei, principalmente.. anche perché il lato migliore della questione è che lei non esiste, è solo una proiezione del mio dolore, dei miei problemi, dei miei squilibri, creato dalla sottoscritta solo per poter al meglio analizzarla.
Elaborare un'analisi è complesso, soprattutto nel suo caso, Signor X, in quanto lei è lo squilibrio fatto a persona, l'anticristo di ogni bravo psicoanalista e, perciò, il mio chiodo fisso.
E' di mio gradimento partire dal cilindro che porta in testa, reso ancor più elegante dal nero tabarro che le circonda in corpo. Il narcisismo. Questi due indumenti la rendono una persona di classe, una persona forte, la proteggono dall'esterno. Il cilindro la fa apparire più alto e il tabarro più importante. Ma si ricordi Signor X, che sono solo indumenti. Tolti quelli lei rimane nudo, esposto alla vista di quelle poche persone che le sono rimaste attorno, che le applaudiranno e mai la derideranno, poiché restando nudo lei ha donato loro la gioia di mostrarsi per ciò che è, e non per ciò che appare. Ma forse a lei ancora è poco nitida la distinzione tra essere ed apparire, lei non ha idea di cosa significhi essere. L'unico momento in cui lei E' e non appare si trova nel letto, o sul pavimento, o sulla scrivania, o nella doccia, o nella vasca.. o dove più le compiace, insomma.. diciamo anche, in maniera più esplicita e corretta, dove le capita. La sua ninfomania.
E' talmente tanto il suo bisogno di avere, di vivere quei pochi momenti di pura essenza d'essere che ne vuole sempre di più, diventano pura necessità irrefrenabile, il bisogno di ritrovare l'essenza nella carne, in ciò che di più semplice si può trovare al mondo. Concluso l'amplesso del suo essere vivo e reale, saluta, senza mai ringraziare, la persona che si è donata per il suo puro piacere fisico e psicologico, si riveste del suo tabarro e del suo cilindro, e torna all'apparenza. Mai una via di mezzo, sempre la netta distinzione, bianco o nero.
I momenti in cui i sensi di colpa la distruggono, quelli no, non si possono mostrare, ed ecco i suoi meravigliosi occhiali neri e la sua sciarpa grigia, gli unici due oggetti che possono coprirle il volto contorto non nuocendo al suo apparire di malata perfezione.
Quegli attimi di dolore impiegano poco a passare, forse il termine "sensi di colpa" è errato, in quanto si tratta più che altro di tristezza causata dal "non aver avuto abbastanza".
Mio caro Signor X, credo che per questa volta io l'abbia analizzata abbastanza, più di così non posso permettermi di dire, potrei toccare tasti sbagliati, sconosciuti persino a me.
A presto risentirci Signore,
tornerò a scriverle.

Sua, Miss X. (B.)

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